TRADIZIONE E' TRADIMENTO?
Viaggio emozionale attraverso la Bottega del Ricordo
Per un solo spettatore alla volta
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“Lo spettatore deve trovarsi dentro l’opera, non deve solo vederla. Deve provare fastidio, deve aver voglia di uscire, di tornare alla vita.”
C. Boltanski
“In ogni epoca bisogna cercare di strappare la tradizione al conformismo che è in procinto di sopraffarla.”
TRADIZIONE E' TRADIMENTO? è il titolo di un progetto di teatro vivente per uno spettatore alla volta, a metà tra la performance e l'installazione. E al tempo stesso un esperimento di museografia dinamica, evocativa, esperienziale.
TRADIZIONE E' TRADIMENTO? ricrea storie/mondi che, rielaborati in chiave poetica, parlano “dell'uomo in presenza di altri uomini” e “della vita entro il ricordo”. Lo spettatore/ visitatore è sottoposto ad uno shock multisensoriale dove ricordo, informazione, fruizione, evocazione, emozione sono tutti mescolati tra loro e mirano a "trasformare tramite l'esperienza". La durata del percorso per singolo visitatore è di 7 minuti.
“Lo spettatore deve trovarsi dentro l’opera, non deve solo vederla. Deve provare fastidio, deve aver voglia di uscire, di tornare alla vita.” C. Boltanski
TRADIZIONE E' TRADIMENTO? ospita i racconti di tre generazioni messe a confronto (nonna, figlia, nipote): storie di donne, di lutti, di momenti di gioia, di incomprensioni, di violenti scontri culturali e generazionali, di ricordi, di desideri, di voci spezzate, di momenti di festa che furono.
A cosa serve ricordare? Cosa vuol dire emozionarsi? Di cosa è fatta la nostra memoria? La Tradizione può dialogare con l'Innovazione? Il Teatro può davvero modificare le nostre esistenze?
“tradizione è tradimento?”: viaggio esperienziale per uno spettatore alla volta. Una forma vivente a metà tra la performance e l'installazione. Percorso multi-sensoriale attraverso i luoghi e i tempi della memoria e dell'emozione. Incontro / scontro con le nostre ferite.
Che cos'è la Morte? Che cos'è l'Arte? Che cos'è la Festa?
“Niente, nella cultura umana, può perpetuarsi senza evolversi e rinnovarsi”.
“Tutto ricordare e tutto dimenticare.”
“Orrore di ciò che è vecchio e conosciuto. Amore del nuovo, dell'imprevisto”.
tradizione è tradimento?
Viaggio emozionale attraverso la Bottega del Ricordo.
Per un solo spettatore alla volta
Regia, azione scenica e installazione
Monica Cavatoi e Nunzio Gringeri
musiche e suoni
Gabriele Fagnani
documenti audio e video
Monica Cavatoi e Nunzio Gringeri
con
Monica Cavatoi
Nunzio Gringeri
Angela Casella
Produzione
BottegaLab
FOTO
VIDEO
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tradizione è tradimento?
Viaggio emozionale attraverso la Bottega del Ricordo.
Per un solo spettatore alla volta.
“In ogni epoca bisogna cercare di strappare la tradizione al conformismo che è in procinto di sopraffarla.”
Regia, azione scenica ed installazione
Monica Cavatoi e Nunzio Gringeri
musiche e suoni
Gabriele Fagnani
documenti audio e video
Monica Cavatoi e Nunzio Gringeri
con
Monica Cavatoi
Nunzio Gringeri
Angela Casella
“... non c'è matrimonio senza pianto, non c'è funerale senza riso...”
“... prima le feste ci sembravano vere; adesso ci sembrano senza parole...”
Tradizione è Tradimento?
è il titolo di un progetto itinerante, adatto/adattabile a più momenti e a luoghi diversi, un esperimento di museografia dinamica, esperienziale, performativa e al tempo spesso creazione sperimentale di linguaggi teatrali e metateatrali.
Tramite lo scardinamento del tradizionale apparato teatrale (superando la separazione sclerotizzata attore/spettatore, platea/palcoscenico, testo drammaturgico/recitazione, parola/corpo) e l'intervento e la creazione in spazi non istituzionalizzati e, per questo, non corrotti dai clichè del mestiere, “tradizione è tradimento?” ricrea una vera esperienza di condivisione rituale. La ricerca di un linguaggio multidisciplinare estremizzato, tra il performer/officiante, lo spettatore/visitatore e il luogo che ospita il racconto, mette in comunicazione comunità ed emozione: qui entrambe, finalmente, in ascolto.
“tradizione è tradimento?” ricrea storie/mondi che, rielaborati in chiave poetica, parlano “dell'uomo in presenza di altri uomini” e “della vita entro il ricordo”. Gli artisti di BottegaLab hanno costruito un “format”, la Bottega del Ricordo, al cui interno vi sono brandelli di memorie, visioni e ascolti di un mondo ormai scomparso e di un mondo che, attraverso i suoi primi vagiti, come un neonato, è qui in procinto di rivelarsi. Vuole essere la rappresentazione materico – onirica degli innumerevoli incontri e colloqui che i due autori hanno condiviso in anni di ricerche e curiosità nelle piazze siciliane riguardo agli usi funebri e festivi di oggi e di ieri (le interviste raccolte riguardano principalmente la percezione individuale e sociale della Morte e della Festa). La Bottega del Ricordo ospita i racconti di tre generazioni messe a confronto (nonna, figlia, nipote): storie di donne, di lutti, di momenti di gioia, di incomprensioni, di violenti scontri culturali e generazionali, racconti di vite che ormai non ci sono più, testimonianze di un mondo che domani nessuno ricorderà. Il contenuto della Bottega del Ricordo, però, non si ferma al già vissuto e non si colloca soltanto in Sicilia: è aperto ai nuovi incontri, le nuove suggestioni e contaminazioni che via via avvengono nei luoghi in cui “tradizione è tradimento?” prende vita e si carica delle emozioni, delle sensazioni, delle azioni che gli spettatori/partecipanti portano con sé.
“Lo spettatore deve trovarsi dentro l’opera, non deve solo vederla. Deve provare fastidio, deve aver voglia di uscire, di tornare alla vita.”
C. Boltanski
L'installazione si colloca in due tempi – spazi: l'Anticamera e la Bottega del Ricordo.
L'Anticamera: un tappeto rosso, di circa 5 metri, separa il visitatore dall'ingresso della Bottega. Sopra il tappeto, un tavolino, ricoperto di stoffe – rosse – con sopra 3 bottiglie e bracciali (“rosso, bianco o nero?”). Qui un officiante si prende cura della preparazione al viaggio: viene offerto da bere (“rosso, bianco o nero?”) e si discute sui presupposti e i contenuti su cui la Bottega si fonda (i mutamenti nel linguaggio funerario in Sicilia: dall'esternazione del dolore alla repressione del pianto; la condivisione dei momenti festivi nelle piccole comunità post-agricole; il rapporto tra Tradizione ed Innovazione).Quando il visitatore avrà terminato il suo viaggio dentro la Bottega, farà nuovamente tappa presso l'Anticamera: l'officiante donerà un bracciale da legare al polso (“rosso, bianco o nero?”) e metterà a disposizione un quaderno su cui sarà possibile descrivere le sensazioni suscitate dall'esperienza appena vissuta.
La Bottega del Ricordo: il visitatore viene accolto da un altro officiante e, dopo aver percorso il tappeto rosso, bussa alla porta ed entra nella Bottega. Qui viene guidato in un viaggio – condensato in sette minuti - fatto di suoni, immagini, oggetti, ricordi, luci, odori, racconti, paure, sensazioni, sorrisi. La Bottega si presenta come una scatola multisensoriale, in cui forma e contenuto tentano di dialogare con le suggestioni del “ricordo” (ricordo e tempo passato per come ognuno di noi vuole percepirli) e i linguaggi propri delle arti contemporanee, che qui mirano a far “vivere” una ESPERIENZA di trasformazione allo spettatore che percorre il luogo scenico.Il tema della Bottega riguarda specificatamente tre momenti / argomenti: Il Lutto, L'Arte, La Festa. L'evento da cui parte l'esperienza è il racconto di un trauma: le alluvioni che per decenni si sono susseguite (e che purtroppo continuano a verificarsi) in molti piccoli centri del Messinese e che hanno trascinato via vite, affetti, oggetti cari, strade, case, speranze.
“Da quando io mi ricordo... 4, 5, 6 anni, da quando mi posso ricordare, che pioveva... il paese è stato sempre in pericolo...”
“Signorina, quannu mori un patri, 'na matri, scura u' munnu. Non è 'na barzilletta. U' munnu scura, completo. Iò era spusata, quannu mi muriu mè patri, eppuri u' munnu scurò...”
“Setti pani, setti pisci, lu malocchiu ni spirisci. Ni spirisci 'ntra lu fonnu di lu mari...”
La fruizione delle testimonianze, veicolate soprattutto da supporti audio e video, “costringe” a condividere esperienze di vita vissuta legate ai nostri luoghi, la nostra lingua, i nostri nonni, la nostra infanzia: racconti che ci parlano di un mondo che spesso percepiamo come “passato”. Sono il frutto di interviste e ricerche sul campo effettuate da BottegaLab negli ultimi 5 anni in piccole località siciliane. Racconti e pensieri, emozioni sussurrate, ricordi dei propri cari ormai scomparsi, memorie felici di momenti festivi che furono. Ed insieme a tutto questo, la Bottega ospita al suo interno oggetti di un tempo, legati sia alle attività di lavoro che ai giorni di festa, ormai da decenni in disuso, ma che qui, adesso, possono vivere una vita tutta nuova, poiché ri-significati e ri-funzionalizzati entro un sistema semiotico estetico ed emozionale.
Il visitatore è sottoposto ad uno shock multisensoriale dove ricordo, informazione, fruizione, evocazione, emozione, sono tutti mescolati tra loro e mirano a provocare una percezione il più possibile a tutto tondo.
A cosa serve ricordare? Cosa vuol dire emozionarsi? Di cosa è fatta la nostra memoria? La Tradizione può dialogare con l'Innovazione? Il Teatro può davvero modificare le nostre esistenze?
“tradizione è tradimento?”: viaggio esperienziale per uno spettatore alla volta. Una forma vivente a metà tra la performance e l'installazione. Percorso multi-sensoriale attraverso i luoghi e i tempi della memoria e dell'emozione. Incontro / scontro con le nostre ferite.
Che cos'è la Morte? Che cos'è l'Arte? Che cos'è la Festa?
“Niente, nella cultura umana, può perpetuarsi senza evolversi e rinnovarsi”.
“Tutto ricordare e tutto dimenticare.”
“Orrore di ciò che è vecchio e conosciuto. Amore del nuovo, dell'imprevisto”.
LE EMOZIONI DEL PUBBLICO
“Voci. Ricordi. Testimonianze. Presenze. Luci. Volti. Un turbine di emozioni... che arrivano dentro e rimangono... coinvolgendomi. Guarderò ogni cosa in modo nuovo.” A. L., 46 anni.
“Ad un certo punto mi è sembrato di tornare indietro nel tempo... solitudine...” A. M., 50 anni.
“La stanza dei ricordi! Suoni, profumi, persone, visioni... emozioni!!! Grazie.” M. M., 18 anni.
“Sono cose vecchie viste in modo nuovo... una grande emozione.” A. T., 55 anni.
“Avrei toccato tutto, proprio tutto, per sentire meglio la vita di cui mi avete offerto memoria... sono uscito colmo
di rispetto, e non è una emozione da tutti i giorni. Grazie.”
“L'emozione è l'unico momento in cui ci si sente veramente insieme”. C. L. 43 anni.
“Emozionante.” N. G., 75 anni.
“Vero”. A. C., 56 anni.
“Stratificazioni di emozioni. Mia nonna. E suono di campane.” T. M., 59 anni.
“Una sensazione strana... difficile da raccontare con le parole... penso che questa esperienza farà parte della
mia vita.” C. M., 27 anni.
“Buio, odori, colori, gesti e litanie del passato, aiutano la comprensione del presente e comunicano sensazioni
forti e irrinunciabili per il futuro”.
“Viaggio di suoni e profumi. Infinità del tutto. Un universo...”
“Paura, terrore, natura, la morte. Racconti, persone... la vita (dopo la morte)”. G. M., 50 anni c. ca.
“Forti emozioni come forti le nostre tradizioni e la nostra terra.”
“Cos'è la felicità? Forse trovare nelle piccole cose la domanda decisiva. Molto originale nella sua semplicità.”
“... è stata un'emozione pari a quella di riavere accanto a me il nonno che non ho più.” S. M., 30 anni.
“Tutto è stato estatico e ancestralmente meraviglioso. Le antiche abitudini e il pesante peso delle tradizioni.
Noi siamo i figli. Innovazione e tradimento, questa è la sola regola per il cambiamento estatico: fuori da sé e
statico (al tempo stesso). Fermi ed in movimento.” S. A., 38 anni.
“All'inizio tutto sembra un sogno... la memoria parla... le variazioni, la vita vissuta... il dolore... la perdita...
ricordi... la memoria è l'unica cosa che nessuno ci potrà portare via! Grazie mille!” A. A., 45 anni.
“Il passato passa inesorabile... è giusto! La tradizione non è un tradimento. Ottima installazione di tradizione
siciliana. La fede è un dono!”
“Difficile da condividere, bello da tenere dentro di sé.” F. G., 24 anni.
“Una mano sulla macchina da cucire e una sul telecomando. La crudeltà di una foto in negativo, la violenza
nelle cravatte.” G. C., 25 anni.
“The best way to go inside is to go with no expectations. Only in this way, you can be surprised and get the
real athmosphere and real emotions!”
“È veramente incredibile come dei ragazzi, proiettati nel futuro, sentano la mancanza del passato. Grazie per
averci catapultato nel passato. Che questo sia da monito per il presente e per il futuro!”. E. L., 40 anni.
“Sempre troppo vicino, sempre poco chiaro, spesso insoluto... emozione individuale di nostalgia di un futuro
possibile...”
“E' incredibile quante emozioni diverse e contrastanti si possono provare in 2 minuti. GRAZIE.”
SPAZI NECESSARI:
Spazio installazione: area max 10m x 10m, min 4m x 4m
Spazio ingresso installazione (Anticamera): area 3m x 5m circa
DA FORNIRE IN LOCO:
- 2 casse audio pre amplificate
- 1 mixer audio
- 1 mixer luci
- 3 monitor video
- 3 lettori dvd
- 2 luci spot
- 2 piani di legno 3/4m X 1m (tavoli)
- 1 sipario nero - doppio telo largo quanto la sala da parete a parete
- 10 lampadine 40W ad incandescenza
- 1 banco regia per l'area di installazione
- 2 sedute
MATERIALI CHE PORTEREMO NOI:
manichino (Marta)
struttura croci e cuori
ipod + 2 pc
casse Marta
ingranditore
specchio
ripiano per lenzuoli
Attrezzeria e costumi vari:
foto e negativi
laccetti, lana, barbie
lenzuola
bottiglie
cesta vimini
stoffe rosse
materiale per olfatto (“nipitedda”)
pietre
vestiti e scarpe
vestito sposa + accessori sposa + nascita
cartoncini neri
teli neri
quadri madonna + asso
Santini W PA etc
Carte